Ogni anno, in una cittadina spagnola della Catalogna, a circa 120
chilometri da Barcellona, si tiene una fiera molto particolare dedicata
al torrone ed al cioccolato. La XIV edizione di questa simpatica
festa ad Agramunt, nel distretto di Lleira, quest'anno avrà
luogo il 12 e 13 ottobre. Moltissimi stand verranno come sempre
posti lungo le strade principali e saranno aperti dalle 10 alle
21.L'inaugurazione avverà alle ore 11 del 12 ottobre. Lo
scorso anno più di 40.000 visitatori hanno lettralmente invaso
Agramunt creando un'atmosfera davvero unica.
Tra i molti eventi in diretta potrete vedere come viene prodotto
il torrone ed assaggiarne molti tipi diversi.
Ci sarà anche una mostra gastronomica con la possibilità
di degustare alcuni tra i piatti tipici della regione e poi, per
chiudere un pranzo particolare ci sarà il cioccolato! Ma
quale cioccolato? Quello "a la pedra", naturalmente! Con
la parola "pedra" mi riferisco al "metate",
quella pietra ricurva che gli Aztechi usavano per schiacciare i
semi del cacao e trarne una pasta densa cui aggiungevano vaniglia
o peperoncino. Era amarissima poiché non conoscevano lo zucchero
e solo in rari casi compariva il miele poiché poco usato
in Messico.
Il cioccolato di Agramunt è molto simile al suo antenato,
ma oggi viene aggiunto zucchero semolato che lo rende davvero molto
particolare e diverso da quello che siamo soliti trovare anche nelle
più esclusive pasticcerie.
Come mai questo strano cioccolato qui in Spagna? Non possiamo dimenticare
che fu Hernan Cortès, il conquistador spagnolo, ad imbattersi
per primo nel cioccolato quando incontrò l'imperatore Montezuma
nel suo palazzo. Tra grandi e splendidi tesori d'oro e smeraldi
erano ammassati migliaia di semi di cacao, considerati addirittura
moneta di scambio e molto preziosi poiché da loro si traeva
una bevanda, la Xocoatl, che solo i sacerdoti ed i nobili potevano
bere. La ritenevano in grado di dare molta energia e si favoleggia
che l'imperatore ne bevesse fino a cinquanta tazze al giorno! Per
lui andavano sulle montagne e raccoglievano la neve che, incredibilmente,
riuscivano a portare a palazzo per aggiungerla all'acqua e rendera
la cioccolata ghiacciata. Avevano una specie di frullino fatto da
"grandi e piccoli anelli di legno separati l'uno dall'altro
e legati mediante cordicelle all'asse centrale" (da "L'Azteco"
di G.Jennings) e tenendolo tra le mani lo facevano ruotare rapidamente
finchè la cioccolata non diventava spumosa e densa.
Naturalmente Cortès portò questa prelibatezza in Spagna
e, dopo le necessarie modifiche per adattarla ai gusti europei,
la cioccolata, trasformata dall'abilità delle suore dei monasteri,
divenne la bevanda più desiderata ed amata in tutto il vecchio
mondo. La Spagna, però, ne detenne il monopolio assoluto
per molto tempo.
Subito dopo la sua diffusione per la penisola iberica nacquero i
chocolateros. Interessante ricordare che a Villajoyosa, sulla costa
di Alicante, nell''800 questi artigiani giravano per le cittadine
portando sulle spalle una pietra ricurva (il famoso metate azteco)
e sottobraccio dei sacchetti di semi di cacao. Per pochi pesos si
fermavano davanti alla porta di casa e frantumavano i semi esattamente
come veniva fatto in era precolombiana dai Maya e dagli Aztechi
per chi desiderava una "cioccolata espressa".
Se siete in vacanza in Spagna non dimenticate di
fare un salto ad Agramunt per il suo torrone ed il suo cioccolato
davvero unico, ma sappiate che anche in Italia, in Sicilia, e precisamente
a Modica la tradizione azteca, legata all'invasione spagnola, continua
a vivere grazie all'amore dei modicani per il cioccolato. Anche
qui, nell'800, si produceva ancora con "la pedra" e se
visiterete il Museo Civico della cittadina potrete vederne una.
C'è una splendida ricostruzione dell'antica dolceria con
tutti gli atrezzi che si usavano un tempo per lavorare il cioccolato.
Tutte le pasticcerie di Modica producono il loro cioccolato "a
la pedra", ma è l'Antica Dolceria Bonajuto, rappresentata
dalla famiglia Ruta, che in ogni modo promuove la conoscenza e la
diffusione di questo incredibile cioccolato, il vero antico tradizionale
cioccolato dell'era precolombiana.
Marina Sanvito